FASCICOLO Nr. 2 – Doc. contenuti n.6 e 6bis. Testimonianze di Edoardo Solari, nato il 12.12.1910 a Sestri Levante, ex operaio dei C.d.T. di Riva Trigoso divenuto poi partigiano della Coduri col nome di “Settembre”.

Doc. n.6: “Ora noi vorremmo cercare di ricucire come si comportava l’antifascismo nella zona… prima del Luglio ’43”. Testimonianza consegnata a mano da Edoardo Solari, ex operaio dei Cantieri Navali di Riva Trigoso, a A. Minetti “Gronda”.

Trascrizione:
1a Testimonianza di Edoardo solari (Doc. 6)

Ora noi vorremmo cercare di ricucire come si comportava l’antifascismo nella zona – e quale tendenza avevamo – e questo prima del luglio 1943.
Credo poter affermare – che pochi gl’incontri a carattere collettivo – ma fugaci discussioni con molta riservatezza e nessuno badava a quale forza politica apparteneva – in modo che all’infuori delle cose verbali – nulla rimanesse a disposizione – in modo che all’infuori delle cose verbali – nulla rimanesse a disposizione – in modo che se uno – per caso veniva acciuffato – difficilmente avrebbe compromesso altri – ora si capiva che vi era chi tirava i fili – ma fisicamente non si potevano conoscere – dato le debolezze dell’essere umano credo che le ragioni adottate siano state valide e giuste – a conferma di questo cito un episodio pure altri sanno – nel mese di febbraio ’44 Vanteri – avuto suo suocero la stalla vicino alla mia abitazione – si tenne un Polacco o un Russo – ancora oggi non so chi veramente era – fatto curare – e poi inviato su in montagna tramite vari passaggi – arriva credo su da Sanguineti.
Dopo qualche mese questo bel tipo mi si presenta in casa – mi invita a partecipare assieme a Nicolini ad assalire il Comando Tedesco – in Casarza Ligure – lo tenni fermo per un po’ di giorni – mi consultai con Vanteri e Naccari il quale mi disse – che assolutamente – doveva ripetere il percorso che conosceva e portarsi a Basci (Barassi).
Vedendo che insisteva a voler informazioni su armi e partigiani – lo tenemmo sotto controllo – e seppi dal Nicolini che aveva viaggiato su un’auto dei Tedeschi – non seppi con precisione se eseguire le istruzioni datemi – solo che alla terza notte – irruppero Tedeschi e Italiani – in varie case – prendendo Nicolini – Bellagamba – e a Barassi in casa Sanguineti, per qualche giorno non riuscii ad avere contatti data la situazione.

I Tedeschi portarono gli arrestati nello stabilimento in cui io lavoravo – dove avevamo occupato mensa, e altro, mi limitai a controllare quanto avveniva e i commenti dei vari fascisti in merito.
E credo che questa sia stata la fase cruciale che abbia dato il via alla formazione della Brigata Coduri. Imponendo l’allontanamento di quasi tutti gli antifascisti andando gradualmente su in montagna – o chi si è allontanato dalla zona – come Valentino – creando così una divisione (partigiana) autonoma comandata dall’indimenticabile Virgola – di cui per sempre serbo un grandissimo ricordo – di compagno, e lasciatemelo dire, di fratello. Assieme a mamma Luisa e ai suoi fratelli, ai quali son legato da profondo affetto.

Descrivere vari incontri nel periodo che va dall’8 settembre alla liberazione non dovrebbe essere molto difficile a nessuno – cito le fasi più importanti: fase trasporto materiale Santa Vittoria / Ciappaie di Basci – in cui prendemmo parte in parecchi – seppi e non feci parte della fase iniziale di questa operazione – a Verici cui si trattava di azioni di sabotaggio – sul Bracco – eseguita da elementi di Casarza – a questo punto presi conoscenza di diversa gente di appoggio – oltre a Verici –Tassani – Caminata – Libiola – e zona Barletti. Io avevo cambiato abitazione a seguito dei bombardamenti – e del bel Polacco – mi trasferii in casa Finocchietti alle Case Nuove – fino all’arrivo della Monterosa che in parte occupò la stessa casa e persino il mio mobilio che dovetti lasciare lì – per mancanza di abitazioni. Dal Finocchietti ebbi ospitalità gratuita assieme ai miei. Da lì mi trasferii in casa dei fratelli Bonfiglio, prima di Cardini, miei amici, i quali mi diedero anche loro ospitalità gratuita. Qui però le cose cambiarono perché è sempre stata punta di passaggio per molti. Sia il Vanteri – che il Bini – davano il mio punto d’appoggio – per proseguire poi verso la montagna, a questa famiglia si deve dare il merito e la riconoscenza per non aver mai chiesto nulla e pure hanno dato tanto – anche questo meglio di me possono esibirlo tutti coloro che ne hanno avuto benefico conforto e aiuto – da Bruneri a Canella – da Undici a Volpe – Zolo e fratello – a Migliorini “Riccio” – a Tito – e altri ancora che mi sfugge il nome – e nel bel periodo più critico – dal Gennaio ’45 fino alla calata.

Non ricordo bene come avvenne l’incontro a Tassani con Bocci – Italo – e Mori e altri in casa di Merlo – dove ci venne chiesto – di riempire – cartine della zona e ubicazione e potenziale Bellico – e numero di posta militare (FeldPost) degli Ufficiali – nella zona compresa Casarza – Battilana – e Sestri Levante.
Tramite il Bobbio ottenni – dalla titolare della posta – che viveva dal Bobbio e erano in buoni rapporti – il necessario – e l’altro sulle cartine abbiamo segnato le varie indicazioni.
Le varie azioni di sabotaggio – cosiddette di disturbo – come il taglio delle Comunicazioni – in varie zone – ognuno le compiva a sua discrezione – a distanza di tempo – per me il lavoro mi dava un solletico – e mi piaceva molto – ma mai di nulla su questo dissi – tranne una volta a Bersani – a cui avevo chiesto una pinza atta a tagliare i fili perché erano di alluminio e acciaio – e non di rame come i primi – altri mi seguivano in questo – tanto che furono costretti a montare la guardia ai sistemi di comunicazione. (e.b.v.)